Il trauma sportivo per i professionisti equivale davvero a fine carriera? Grazie alla Terapia Enerpulse® no. Sebbene i traumi sportivi possano avere un grande impatto nella vita di tutti, chi pratica attività sportiva per professione rischia di pagare le conseguenze peggiori che a volte equivalgono alla fine di una carriera lavorativa. Sebbene i professionisti dello sport siano seguiti da medici e abbiano a disposizione attrezzature e macchinari adatti ridurre il rischio, le possibilità di subire un trauma sportivo non sono completamente azzerate.
Cosa comporta un trauma sportivo
Infiammazioni di legamenti e delle fibre dei muscoli, tendinite e tendinosi, distorsioni, rottura del tendine d’Achille sono tutte conseguenze di traumi sportivi.
Questi traumi minacciano il benessere dell’atleta e possono presentarsi a qualsiasi età, possono essere una conseguenza di uno sforzo eccessivo, di una tecnica eseguita in modo sbagliato, di un allenamento azzardato o uno stretching inadeguato. Esiste per alcuni una predisposizione ai traumi che può dipendere all’apparto muscolo-scheletrico e la sua conformazione.
La previsione dei traumi da sport
Molte persone hanno fatto dello sport un lavoro e per questo un trauma sportivo può rivelarsi un incubo. In un attimo tutti gli allenamenti e i sacrifici fatti, i sogni e i progetti lavorativi dello sportivo vengono spazzati via, in alcuni casi sono state stroncate anche delle carriere brillanti. Facendo riferimento al calcio professionistico, gli infortuni, oltre che pesare sull’atleta, hanno un enorme impatto anche sulla squadra. Il rendimento di quest’ultima non sarà più lo stesso, il campionato verrà messo in discussione e i costi della riabilitazione per il giocatore saranno considerevoli. Gli studi affermano che alcuni fattori aumentano il rischio di infortunio sportivo, ma al tempo stesso ce ne sono altri che predispongono gli atleti a questi traumi.
Questi fattori di rischio genetici possono essere associati alla suscettibilità alle lesioni, avendo, così, un grosso impatto sui tempi di recupero.
Non dobbiamo dimenticare che ogni atleta è un sistema complesso che dipende da diversi coefficienti.
Quando quest’ultimi variano, portando così a una varietà di sistemi dinamici che, secondo gli scienziati, sono influenzati da meteo, previsioni politiche e proiezioni di incidenti mortali. Negli ultimi anni, tutto ciò ha portato all’uso di modelli predittivi nel settore della salute umana e a tale proposito l’Intelligenza Artificiale può rappresentare un ottimo metodo per valutare il rischio e aiutare a prevedere il verificarsi di lesioni sportive.
La Terapia Enerpulse®
Questa terapia è particolarmente indicata per il trattamento delle principali patologie dell’apparato osteo-artro-muscolare e nervoso, in cui rientrano anche traumi sportivi e da impatto.
La terapia Enerpulse® rappresenta per la terapia del dolore uno nei metodi più innovativi, rapidi ed efficaci. Il ciclo terapeutico richiede solamente poche sedute della durata di circa 9-18 minuti ognuna, dimezzando così i tempi di recupero e di trattamento rispetto a tutte le altre terapie e macchinari elettromedicali.
Questo però, non è l’unico punto di forza che la terapia Enerpulse® offre: la qualità e la potenza dell’impulso rendono questa terapia una vera eccellenza. L’onda PEMF (onda elettromagnetica pulsata, ottenuta dal plasma dell’aria) è un’onda biocompatibile che apporta energia ai tessuti in modo assolutamente naturale e atermico, aiutandoli così a ripararsi. L’alta intensità del suo impulso permette di raggiungere tutti i tessuti dell’organismo arrivando efficacemente a una profondità di 15 cm.
Grazie al particolare trattamento atermico fino a tre pulsazioni al secondo, la terapia Enerpulse® non scalda i tessuti. Questo garantisce ottimi risultati senza dover ricorrere all’uso del calore che, se non correttamente dosato, provocherebbe gravi danni ai tessuti stessi. Infine, il dispositivo Papimi® per la terapia Enerpulse® può essere utilizzato su pazienti di tutte le età e si rivela estremamente facile da utilizzare.
Il brevetto internazionale del macchinario, oltre ad essere unico per l’approccio proposto, offre una terapia sicura e mai invasiva con tempi di recupero estremamente ridotti. Il dispositivo Papimi, quindi, è la chiave del futuro sportivo. L’atleta non sarà più costretto a rinunciare alla sua carriera o a saltare la competizione tanto attesa, non si distruggerà psicologicamente per l’infortunio, ma potrà recuperare in tempi brevi, tirando fuori ancora più grinta e portando a casa la vittoria.
L’importanza della terapia
I traumi da sport non si verificano solamente durante lo sport ma interessano anche tutte quelle persone la cui professione richiede un alto livello di attività fisica.
Il dolore che si prova in seguito a un infortunio può essere acuto, come una distorsione della caviglia, o cronico, quando lo sport è praticato da svariato tempo.
Proprio per la diversità dei traumi che si possono subire, è importante affidarsi a un medico terapista del dolore in grado di guidare il paziente in un percorso riabilitativo, utile anche a prevenire infortuni sportivi.
Traumi sportivi in età avanzata
Un’articolo di “The American Journal of Surgery” riporta uno studio riguardante individui oltre i 65 anni di età che al momento della ricerca presentavano dei traumi. I pazienti che sono stati ricoverati dopo un infortunio sportivo, sono stati confrontati con il gruppo non sportivo di pazienti traumatizzati anziani. In tutto sono stati registrati 9697 ricoveri di età maggiore o uguale di 65 anni e solo 526 (5%) erano legati allo sport. I soggetti sportivi mostravano un’età biologica più giovane, meno comorbilità mediche ma erano feriti più gravemente. Gli sport praticati erano lo sci, l’uso di veicoli fuoristrada e la bicicletta, mentre i traumi subiti interessavano gli arti inferiori, la testa e il torace. I pazienti che praticavano attività sportiva erano stati dimessi per cure domiciliari più spesso rispetto a quelli che non la praticavano. Infine, il tasso di mortalità ospedaliera era del 3% nei pazienti sportivi e del 5% nei pazienti non sportivi.
Nonostante nel tempo il numero di pazienti anziani con traumi da sport sia aumentato, gli esiti di questa ricerca indicano che praticare attività fisica o lo sport può migliorare i risultati dopo un trauma negli anziani.
Fonti
Kay, Annika B et al. “Age is just a number: A look at “elderly” sport-related traumatic injuries at a level I trauma center.”
American journal of surgery vol. 217,6 (2019): 1121-1125. doi:10.1016/j.amjsurg.2018.11.030
Kakavas, Georgios et al. “Artificial intelligence: A tool for sports trauma prediction.”
Injury vol. 51 Suppl 3 (2020): S63-S65. doi:10.1016/j.injury.2019.08.033