È opinione diffusa che la dinamica biologica sia interamente dominata da meccanismi chimici e da eventi molecolari che si susseguono in modo ordinato nel tempo e nello spazio. In questo stesso periodo, la Fisica Quantistica ha saputo ritagliarsi un’importante attenzione nell’immaginario collettivo, con tutti i naturali pro e contro che, necessariamente, questo tipo di investitura comporta. Mai prima d’ora, infatti, una teoria scientifica era riuscita ad attirare su di sé così tanto interesse da parte del grande pubblico.
Il motivo principale risiede nel fascino che deriva dalla Fisica Quantistica e dall’indeterminazione intrinseca che la contraddistingue. Un’indeterminazione che, nelle parole scritte dallo stesso Werner Heisenberg nel 1927, implica la fine della validità del rapporto causa‐effetto. Un’affermazione che si può definire “sconvolgente” perché mina le basi stesse di tutto ciò che appartiene alla nostra esperienza quotidiana e alla storia del pensiero occidentale.
Inoltre, la fisica quantistica ha la capacità di sovvertire tutto ciò che noi siamo abituati a conoscere e allo stesso tempo trasportarci in un nuovo mondo dove i vincoli della fisica classica hanno una validità limitata. Un mondo inaspettato e affascinante che, però, non è così libero come sembra. Anch’esso, infatti, è soggetto a delle precise regole e a delle specifiche leggi: quelle della Fisica Quantistica.
La Fisica Classica e la Fisica Quantistica sono due differenti strumenti che ci servono per creare delle rappresentazioni del mondo adatte a specifici ambiti di studio. In particolare, mentre la Fisica Classica si occupa della realtà così come noi riusciamo a percepirla attraverso i nostri sensi, la Fisica Quantistica descrive il comportamento della materia quando la osserviamo su scale di grandezza e di energia atomica e suba-tomica.
I temi relativi alle ipotesi quantistiche nei processi biologici e cognitivi sono estremamente complessi. Negli ultimi tempi sono stati messi in evidenza codici di riconoscimento tra le biomolecole (di cui il primo è stato il codice di riconoscimento tra le basi del DNA e aminoacidi) che mostrano come nella materia vivente le molecole non interagiscono a caso, ma secondo pattern ben definiti. Ci si chiede quale possa essere il meccanismo fisico a lunga distanza tra le molecole attraverso il quale, partendo da distanze dell’ordine di decine di ANGSTROM, le molecole giungono a colpo sicuro, senza mai sbagliare indirizzo, nel luogo giusto al momento giusto.
Nell’ambito dei concetti noti della fisica, l’unico candidato per questo ruolo appare essere il campo elettromagnetico che è capace sia di interagire con le molecole, sia di operare a grandi distanze. L’esistenza di codici di riconoscimento tra molecole implica però l’esistenza di un livello elettromagnetico della materia vivente che dialoga con il livello chimico assicurando che il traffico delle molecole sia ben ordinato.
La patologia che appare in prima istanza come una anomalia della struttura molecolare del corpo rimanda in seconda istanza ad un disturbo nella rete elettromagnetica di controllo del traffico molecolare. Perciò è possibile assumere due attitudini terapeutiche:
1) Intervenire direttamente sul livello chimico dell’organismo, fornendo sostanze chimiche atte a rimuovere l’anomalia manifestata nella struttura molecolare.
2) Intervenire sul livello elettromagnetico rimuovendo il disturbo che sconvolge il traffico molecolare.
Questo può essere il caso della medicina quantistica. L’approfondimento di queste tematiche della medicina quantistica può aprire orizzonti vastissimi alla comprensione della vita non solo su basi chimiche ma anche su basi fisiche.
Fonte:
M. Reed and B. Simon. Functional Analysis, Academic Press, 1972