I neuroni specchio sono circuiti nervosi che si accendono nel nostro cervello appena vediamo un altro soggetto compiere una determinata azione. Ecco perché molto spesso ci risulta facile comprendere o imitare le azioni degli altri!
I neuroni specchio, o “sistema specchio”, sono una classe di neuroni che si attiva sia quando un individuo esegue un’azione, sia quando lo stesso individuo osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto. Una ricerca pubblicata su Science, frutto della collaborazione di Leonardo Fogassi e Giacomo Rizzolatti, dei Dipartimenti di Psicologia e di Neuroscienze dell’Università di Parma, con il gruppo di Peter Thier del Dipartimento di Neurologia Cognitiva dell’Università di Tuebingen, rivela che i neuroni specchio servono a comprendere le azioni degli altri. E rivela anche che sono molto importanti nei fenomeni di cognizione sociale. La scoperta è quindi una ulteriore conferma della natura umana, sociale e strettamente legata alle forme di relazione con gli altri. I neuroni specchio hanno un ruolo fondamentale, aiutano a capire le emozioni degli altri e ad imitarle. Questo sistema non solo permette di capire ciò che l’altro sta facendo, ma ci permette anche di preverderlo. I neuroni specchio donano all’essere umano tutte quelle caratteristiche che lo rendono unico, come il linguaggio verbale, l’empatia e la capacità di imparare velocemente per imitazione. Sembrerebbe, infatti, che interessino diverse aree cerebrali: aree motorie e premotorie, area di Broca (o area del linguaggio articolato) e corteccia parietale inferiore. Ogni neurone si accende per un movimento specifico, o motorio, come afferrare un oggetto, o sensoriale, come vedere qualcuno afferrare un oggetto. Secondo il Prof. Rizzolatti “I neuroni specchio ci insegnano che alla base dell’apprendimento c’è l’azione, esistono due tipi di conoscenza: una è scientifica, oggettiva, l’altra è esperienziale. Questa è la nostra vera conoscenza, quella basata sul sistema motorio e sulle nostre esperienze“. Un vero e proprio cambiamento del paradigma scientifico rispetto al modello classico delle scienze cognitive che si basano invece sugli aspetti percettivi e dunque sul “vedere”. La scoperta dei neuroni specchio è avvenuta quasi per caso, grazie a un gruppo di ricercatori italiani, guidati dal Dott. Giacomo Rizzolatti, operativi presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma. Durante uno studio effettuato sui neuroni di un macaco, uno dei ricercatori ha preso una banana da un cesto di frutta, scatenando la risposta neuronale dell’animale sotto osservazione. Fino a quel momento, si pensava che quel tipo di neuroni si attivasse solo a seguito di una funzione motoria, da quel giorno si è capito che non era cosi. Questo portò a scoprire che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando l’animale era intento a compiere determinate azioni, ma anche quando guardava qualcun altro eseguire le stesse azioni. Il Dott. Rizzolatti insieme ai ricercatori Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Giovanni Pavesi continuarono la ricerca e nel 1994 riuscirono a dimostrare l’esistenza nell’uomo di questi neuroni tramite la stimolazione magnetica transcranica. La scoperta del Dott. Rizzolatti dei neuroni specchio si è rivelata un punto di svolta nella comprensione del funzionamento neuronale, e ha dato il via a decine di ricerche correlate in diversi ambiti scientifici. Negli anni il Prof. Rizzolatti ha continuato a condurre diverse ricerche tese a mettere in luce le relazioni esistenti tra il funzionamento del sistema specchio e i problemi dell’autismo. Questa tipologia di neuroni mette l’uomo in contatto con l’esterno, il che avviene principalmente su 3 livelli: il linguaggio, la capacità di comunicare con gli altri e le emozioni. L’autismo sembrerebbe legato al deficit di queste 3 componenti comunicative. Egli sostiene che il bambino affetto da autismo non “vive” (per mezzo dei neuroni specchio) l’azione che vede dentro di sé, quindi non la comprende. Questa è una scoperta importante, poiché se la malattia è provocata da un deficit e non da un’assenza sarà, forse, possibile stimolare il funzionamento del sistema specchio attenuando i problemi di relazione delle persone autistiche.
Il sistema dei neuroni specchio è, quindi, considerato una delle più grandi scoperte del ‘900. Esso implica l’esistenza di un meccanismo che consente all’uomo di comprendere immediatamente il significato delle azioni altrui. Oggi il mondo scientifico conosce la sua organizzazione anatomica e il suo funzionamento. Esistono, però, varie lacune, ad esempio capire il modo in cui si sviluppa, o se questi neuroni siano innati o meno. Per questo, il sistema specchio è rimane ancora oggi oggetto di studio per molti ricercatori.
Fonte: Science, Treccani, Università di Parma