Praticare il Grounding significa camminare a piedi nudi, che sia su terreno umido, sabbia o prato fresco di rugiada, questa tecnica ci permette di stabilire un contatto diretto con il mondo, consentendoci di interagire con l’ambiente fisico circostante.
Svestirsi delle scarpe e stabilire un contatto diretto con la terra permette ai sensi di risvegliarsi e di percepire una corrente di energia che percorre il corpo, partendo dalle gambe e giungendo fino ai piedi e al terreno sottostante.
La parola “Grounding” evoca il concetto di “radicamento”, ma cosa significa veramente sentirsi “radicati”? Questo stato si manifesta come un equilibrio interiore che ci avvolge in una sensazione gratificante di riconnessione con la nostra parte consapevole. Ci immergiamo pienamente nel momento presente, liberandoci da pensieri e preoccupazioni legate ai traumi passati o alla paura del futuro.
La piacevole sensazione provocata dal contatto diretto corpo-terreno ha un fondamento scientifico
La Terra è una fonte naturale di elettroni e campi energetici sottili, essenziali per il corretto funzionamento del sistema immunitario, la circolazione, la sincronizzazione dei bioritmi.
Quando si cammina a piedi nudi gli elettroni fluiscono dalla terra direttamente nel corpo, trasmettendo energia e senso di radicamento.
Grazie alle terminazioni nervose presenti nei piedi, ai quali corrispondono a tutti gli organi del corpo, è possibile sentire la connessione di tutto il corpo con la terra, partendo, appunto, dai piedi.
Il primo a coniare il termine di Grounding fu Alexander Lowen, psicoanalista e psichiatra statunitense e padre fondatore dell’analisi bioenergetica negli anni Sessanta.
Secondo Lowen “Noi esseri umani siamo come gli alberi radicati al suolo con un’estremità, protesi verso il cielo con l’altra, e tanto più possiamo protenderci quanto più forti sono le nostre radici terrene”, è dalle sue parole che capiamo quanto importante sia per l’uomo connettersi alla propria consapevolezza interiore e sentirsi “radicato” in un determinato luogo e in un preciso momento, acquisendo padronanza di sé e delle sue emozioni.
Inoltre, a confermare l’efficacia scientifica di questa tecnica sono alcuni studi condotti dall’Università della California.
Nel 2015, lo studio sul Grounding, noto anche come “messa a terra”, coinvolse 40 partecipanti con l’obiettivo di valutarne l’impatto positivo sull’umore. Utilizzando la Brief Mood Introspection Scale (una scala di misurazione) per valutare le variazioni dell’umore, i partecipanti furono divisi in due gruppi: uno praticava il Grounding per un’ora al giorno, mentre il gruppo di controllo sperimentava lo sham-grounding, una tecnica di rilassamento ma senza contatto con la terra. I risultati dello studio indicarono un significativo miglioramento degli stati d’animo positivi e del rilassamento nei partecipanti che praticarono il grounding rispetto al gruppo di controllo.
Un ulteriore studio randomizzato e controllato condotto sempre dall’Università della California, ha coinvolto un gruppo di 16 massofisioterapisti, una professione nota per l’insorgenza di problemi fisici e stanchezza nel lungo termine. Per sei settimane, i terapisti sono stati incoraggiati a praticare il Grounding. Per valutare l’efficacia di questa tecnica, i ricercatori hanno analizzato i dati sia durante le sessioni di Grounding sia in periodi in cui i terapisti non lo praticavano. I risultati dello studio indicarono un significativo aumento dell’energia e delle capacità fisiche, insieme a una riduzione del senso di stanchezza e dei dolori fisici durante il periodo di pratica della “messa a terra” (Grounding), rispetto ai periodi in cui non veniva praticata.
Inoltre, sono stati rilevati miglioramenti nei biomarcatori infiammatori, nella viscosità del sangue e nella variabilità della frequenza cardiaca (HRV).
Questi risultati suggeriscono che il Grounding possa offrire benefici su molteplici fronti, contribuendo al ripristino dell’energia e delle funzioni fisiche, migliorando l’umore e sostenendo la salute generale e il benessere psicofisico.
Il Grounding e l’impatto positivo sul sistema immunitario
Il Grounding non ha solo effetti positivi sull’umore e sulle capacità fisiche come dimostrato dai due studi descritti sopra, ma ha anche un impatto benefico sul sistema immunitario.
Un’analisi pubblicata sul Journal of Inflammation Research, esplora gli effetti positivi del contatto con la terra nella riduzione dell’infiammazione. L’obiettivo di questa ricerca è di aprire nuove prospettive nello studio dell’infiammazione e della risposta immunitaria. L’analisi multidisciplinare, ha evidenziato che il Grounding, o “messa a terra”, ha un impatto significativo sull’infiammazione, sulla guarigione delle ferite e sulla risposta immunitaria dell’organismo. Secondo gli esperti, gli elettroni liberi provenienti dalla superficie terrestre, quando fluiscono e si diffondono nel corpo, producono un effetto antinfiammatorio, favorendo la concentrazione di globuli bianchi, citochine e altre molecole coinvolte nella risposta infiammatoria. Ciò contribuisce positivamente a ridurre l’indolenzimento muscolare e ad alleviare il dolore causato dalle lesioni.
In conclusione, il Grounding, rappresenta un metodo scientificamente approvato per migliorare il benessere fisico e psicologico dei pazienti.
Questa tecnica non solo allevia le tensioni quotidiane, ma può anche contribuire a ridurre l’infiammazione, potenziare la risposta immunitaria e favorire il rilassamento mentale e fisico, migliorando così la salute generale e il benessere psicofisico di coloro che la adottano.
Data l’importanza del Grounding nel promuovere la salute e il benessere, è auspicabile che venga sempre più integrato nella routine quotidiana, al fine di favorire uno stile di vita più equilibrato e consapevole.
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FONTI
Il grounding in bioenergetica