Con il termine Cimatica si indica quella teoria che attribuisce alle onde sonore un effetto morfogenetico, ovvero la capacità di sviluppare una forma o una struttura.
Il termine Cimatica deriva dal greco Kyma, ovvero onda, ed indica oggi lo studio che si occupa di come le vibrazioni di un’onda sonora riescano a generare delle forme visibili, grazie alla modificazione della materia, la cui forma varia al variare della frequenza emessa: una perfetta corrispondenza tra suono e forma.
Nel 1787, il musicista e fisico tedesco Ernst Chladni pubblicò la sua opera più famosa Entdeckungen ùber die Theories del Klanges, ovvero Scoperte sulla teoria dei suoni, in cui fu possibile rendere visibile quello che le onde sonore generavano. Egli fu il primo a descrivere le forme prodotte dal moto di vibrazione applicato ad una membrana sollecitata da un archetto di violino.
La membrana veniva cosparsa di una sottile sabbia e poi fatta vibrare. A quel punto, egli osservò come la sabbia rifuggisse le zone maggiormente sottoposte a vibrazione, raggruppandosi in quelle dove la vibrazione era invece nulla, e formando le cosiddette figure di Chladni.
Curiosamente, egli notò anche che a figure uguali corrispondevano suoni uguali, ma non viceversa.
Fu questo il primo studio che descrisse la correlazione esistente tra suono, materia e figure geometriche.
Dopo l’esperimento di Chladni, dobbiamo attendere gli anni ’60 del 900 affinché la Cimatica conosca un ulteriore sviluppo.
Il Medico, Fisico e Musicista svizzero Hans Jenny in questo senso proseguì sulla strada delineata da Chladni ricorrendo però a sistemi più moderni, e fissando con immagini fotografiche il risultato delle vibrazioni sperimentate sui diversi materiali quali acqua, olio o grafite. Ebbene, anche Jenny confermò la comparsa di forme aventi struttura tridimensionale, e che variavano al variare della frequenza e dell’intensità delle vibrazioni provocate sulla materia. Le forme osservate andavano da quella sferica, a quella a spirale, al cristallo e così via.
Arrivando ai nostri giorni, durante l’edizione 2015 del Congresso MEDCAM, nel corso del suo intervento chiamato Fisica dei Quanti e tecnologia. Modello C.I.E.M. e strumentazioni biotecnologiche a supporto di percorsi terapeutici integrati, l’Ing. Andrea Gadducci, Ingegnere Elettronico, esperto in Biomedica ed in Metodiche Quanto-Biofisiche, ha parlato dell’interazione tra acqua e frequenze come di un fenomeno assolutamente semplice da dimostrare, al punto che anche in casa sarebbe possibile replicare un sistema atto all’osservazione del fenomeno. Bastano un tubo d’acqua, un amplificatore ed un generatore frequenziale per giocare con le forme particolari assunte dall’acqua nello spazio, forme che sembrano sfidare le più elementari leggi della gravità.
Dunque, è sempre più verificabile il legame tra frequenza – o vibrazione – e geometria – o simbolo, intuito già nelle tradizioni antiche e riportato alla luce sperimentalmente dalle scienze moderne.