Quante volte hai trascorso notti in bianco senza riuscire a dormire? Quante volte hai avuto difficoltà ad addormentarti perché un pensiero negativo continuava a tormentarti compromettendo il tuo riposo? Quante volte ti sei svegliato angosciato durante la notte?
Risposte positive a queste domande dimostrano che probabilmente hai un problema di insonnia.
Le tensioni e le preoccupazioni sono spesso nemiche del sonno. Quando la nostra mente è sopraffatta/travolta da emozioni e pensieri negativi è difficile dormire e riposare bene.
Il benessere psicologico e mentale è strettamente collegato con il sonno, infatti, questo disturbo può portare a stanchezza continua nelle ore diurne, difficoltà di apprendimento, completo disinteresse per le attività svolte quotidianamente, mancato consolidamento della memoria.
L’insonnia viene raramente diagnosticata come una malattia primaria, nella maggior parte dei casi è conseguenza di altre patologie psichiche e/o fisiche che causano un disturbo del sonno. Ansia, stress, depressione, disturbo bipolare, cefalea, apnee notturne, broncopneumopatia cronico ostruttiva, sono malattie che portano come conseguenza principale il disturbo del sonno.
Il disturbo da insonnia è caratterizzato, come accennato sopra, da un’impossibilità a dormire prolungata nel tempo. Ma prima di parlare di insonnia cronica, bisogna fare riferimento a dei criteri ben precisi per poterla definire tale, i sintomi infatti, devono presentarsi almeno tre volte alla settimana per un periodo prolungato di almeno tre mesi. Invece, l’insonnia di breve durata o episodica presenta gli stessi sintomi di quella cronica ma avviene sporadicamente e dura meno di tre mesi. (Ncbi: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10001099/)
Chiaramente questo disturbo influenza negativamente la nostra vita diurna e il dato ancora più preoccupante è che circa il 10% della popolazione mondiale ne è affetto.
Secondo un’analisi più accurata, condotta dal Dipartimento di Psichiatria dell’Università di San Francisco, in California, è stato dimostrato che solo in Francia il 57% della popolazione ha problemi ad addormentarsi, il 53% soffre di continue interruzioni del sonno durante la notte e il 41% non gode di un sonno ristoratore. Da questa analisi si apprende anche che sono le donne e le persone ansiane ad essere colpite molto di più dal disturbo del sonno. (Ncbi: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10001099/)
Un altro studio del settembre 2023, condotto dall’università di Tokyo, Department of Somnology, Tokyo Medical University (Nature: https://www.nature.com/articles/s41598-023-43802-7), analizza i disturbi del sonno tra la popolazione con età media di circa 50 anni. Questo studio individua le conseguenze dei disturbi del sonno tra 881 lavoratori che svolgono un lavoro diurno. Lo studio stima che il 12,2% degli uomini in Giappone soffre di insonnia, mentre la percentuale si alza per il genere femminile, arriviamo al 14,2% di donne che soffrono di disturbi del sonno. Anche qui sono le donne le maggiori vittime dell’insonnia.
Tuttavia, lo studio approfondisce in percentuale anche la sintomatologia che causa questo disturbo: gli uomini soffrono di difficoltà ad addormentarsi all’8,3%, difficoltà a mantenere il sonno durante la notte al 5,8% e continue interruzioni del sonno al 5,8%. Invece le donne soffrono di questi tipi di disturbi rispettivamente all’11,0%, 8,1% e 7,4%. La causa di questi problemi è associata, nella maggior parte dei casi a problemi di salute mentale, con un ingente conseguenza della riduzione della produttività lavorativa.
In conclusione, l’insonnia causa effetti negativi sulle prestazioni fisiche, cognitive, mentali, influenzando negativamente l’umore. È chiaro anche che, questi effetti, riducono la possibilità di raggiungere qualsiasi obiettivo in ambito sia accademico sia professionale: riduzione della memoria e delle funzioni cognitive, riduzione delle prestazioni lavorative e mentali, mettendo anche a dura
prova le relazioni personali.
Tutto questo si sintetizza nell’avere una qualità di vita decisamente bassa, con la probabilità che altri disturbi come ansia e depressione gravino su di noi. (Nature: https://www.nature.com/articles/nrdp201537)
Infine, chi soffre di questo tipo di disturbo, potrebbe sperimentare anche l’iper-arousal, ovvero uno stato di ipervigilanza dovuto alla difficoltà a mantenere il sonno durante la notte e alla difficoltà di addormentarsi, causando frequenti incubi, irritabilità, nervosismo e collera.
Come eliminare il disturbo del sonno
Il trattamento dell’insonnia cronica continua ad essere una vera e propria sfida.
Sicuramente uno dei consigli più efficaci è quello di cambiare le abitudini sbagliate. Ridurre il tempo davanti agli schermi di televisione, computer, smartphone e tablet, ridurre il consumo di caffeina, nicotina, alcool e cibi pensanti prima di andare a dormire, sicuramente questi piccoli accorgimenti aiutano il nostro corpo a riposare meglio. Anche l’utilizzo di rimendi naturali, come camomilla, fiori di Bach ed integratori a base di melatonina hanno un effetto benefico sul rilassamento della nostra mente e del nostro corpo.
A volte però questi rimedi non sono sufficienti e bisogna rivolgersi ad uno specialista che applichi dei trattamenti ad hoc, riconoscendo l’origine del problema che genera insonnia.
La Biorisonanza (CIEM System: https://www.ciemsystem.com/sistema-di-biorisonanza-brs/?lang=it) è una tecnica non invasiva che utilizza la frequenza elettromagnetica generata dalle nostre cellule per ristabilire il corretto funzionamento del nostro corpo. Questa terapia stimola il nostro organismo ad autoregolarsi, eliminando le interferenze negative che derivano da fattori esterni o interni (in questo caso una patologia come stress, ansia, e depressione che genera insonnia).
Con il sistema BRS è possibile raggiungere l’ascolto interiore del nostro corpo, comprendere quale sia il blocco che impedisce al nostro organismo di funzionare correttamente, al fine di raggiungere un nuovo equilibrio psicofisico che porta ad avere netti miglioramenti nella regolazione del riposo, ristabilendo il giusto equilibrio sonno/veglia. Difficoltà ad addormentarsi e il numero dei risvegli durante il sonno sono si riducono drasticamente. La terapia non è invasiva, né dolorosa e non ha effetti collaterali.
DISCLAIMER
*Le informazioni riportate nell’articolo hanno esclusivamente scopo informativo e non hanno in alcun modo né la pretesa né l’obiettivo di sostituire il parere del medico e/o specialista, di altri operatori sanitari o professionisti del settore che devono in ogni caso essere contattati per la formulazione di una diagnosi o l’indicazione di un eventuale corretto programma terapeutico e/o dietetico e/o di allenamento e/o di allattamento e/o di riabilitazione e/o di integrazione alimentare, e più in generale per il confronto sulle suddette informazioni.
FONTI
Network analysis to estimate central insomnia symptoms among daytime workers at-risk for insomnia: https://www.nature.com/articles/s41598-023-43802-7
Hyperarousal in insomnia disorder: Current evidence and potential mechanisms: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37183177/
Chronic Insomnia Disorder across Europe: Expert Opinion on Challenges and Opportunities to Improve Care:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC10001099/