Da sempre la scienza ha basato le proprie teorie su un postulato ben preciso, ovvero che il distino di ogni singola particella è quello di collassare, modificando il proprio stato e il proprio essere.
Ad oggi possiamo dire che effettivamente sul nostro pianeta e anche all’interno del nostro organismo tutti i processi producono uno stato di alterazione definito entropia. Nel dettaglio ogni elemento presente sulla terra tende all’ordine come espressione di salute e benessere, ma nel momento in cui si trova davanti ad un cambiamento, dovuto a un’alterazione dell’ambiente esterno, va incontro ad una perturbazione del proprio ordine e della propria armonia interna per permettere il raggiungimento di una nuova organizzazione.
Oggi è risaputo che la materia si comporta in maniera radicalmente diversa in condizioni di non-equilibrio, quando cioè i fenomeni irreversibili svolgono un ruolo fondamentale. Uno degli aspetti più spettacolari di questo nuovo comportamento è la formazione di strutture di non-equilibrio che esistono solo finché il sistema dissipa energia e resta in interazione con il mondo esterno. Questo rappresenta un evidente contrasto con le strutture di equilibrio, come ad esempio i cristalli, che una volta formati, possono rimanere isolati e non in grado di dissipare energia. E’ proprio per questo motivo che un sistema non può essere considerato indipendentemente dall’ambiente in cui è posto al contrario di quanto avviene nella scienza classica e nella termodinamica.
Questo però non risulta corretto se facciamo riferimento non più al mondo macroscopico ma a quello microscopico. Nel dettaglio, attraverso uno studio condotto presso l’Università tecnica di Monaco (TUM) e l’Istituto Max Planck, è stato scoperto che l’ipotesi per cui le quasi particelle dei sistemi quantici come i fotoni si deteriorano dopo un certo periodo di tempo non è effettivamente corretta. Attraverso questo studio infatti si è potuto dimostrare che le interazioni forti possono persino arrestare completamente il processo di decadimento.
Quello che accade come ci spiega Frank Pollmann, professore di fisica teorica allo stato solido presso il TUM è che due particelle a causa delle interazioni sia elettriche che magnetiche si comportano come se fossero un’unica particella. Quello che emerge da questo studio è che queste particelle definite come quasi particelle si deteriorano ma lasciano lo spazio a nuove entità identiche.
Da un punto di vista fisico, questa oscillazione è un’onda che viene trasformata in materia e secondo la dualità quanto-meccanica delle particelle d’onda, questo è perfettamente possibile. E’ possibile affermare inoltre che queste particelle definite immortali non si oppongo alla seconda legge della termodinamica, ma quello che avviene è un equilibrio costante del livello di entropia che ne arresta il decadimento.
E’ opportuno affermare che questo processo di decadimento avviene non solo molto velocemente ma anche in modo esponenziale e tendenzialmente infinito.
Da ogni oscillazione si arriva ad un decadimento che ne determina una nuova rinascita.
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