La stitichezza è un disturbo spiacevole definito come una regressione della funzionalità corporea che spesso causa ansia, paura, imbarazzo e isolamento e può impedire gravemente l’attività e la vita sociale delle persone.
Recentemente da un’analisi statistiche è noto che circa il 5% della popolazione generale ne è affetto. L’incontinenza fecale colpisce più frequentemente le persone > 65 anni e circa il 50% dei pazienti ricoverati ha un’incontinenza fecale. Nel dettaglio, è possibile parlare di stipsi quando si avverte eccessivo sforzo durante la defecazione, quando le feci sono dure e difficili da espellere, quando hanno un volume molto ridotto o semplicemente quando l’evacuazione avviene meno di tre volte la settimana.
Nella popolazione anziana di paesi industrializzati la stipsi rappresentava un problema già nel 1986. Infatti in uno studio pubblicato dal Journal of the American Geriatrics Society veniva spiegato come dal 21 al 35 per cento delle 1888 donne intervistate di età superiore ai 65 anni e dal 9 al 26 per cento dei 1110 uomini sempre over 65 lamentassero una stipsi ricorrente.
I pazienti affetti da questo disturbo non contraggono in modo appropriato il muscolo striato dello sfintere anale per prevenire l’incontinenza. Le pressioni dello sfintere anale generalmente divengono normali dopo la rimozione del fecaloma. C’è da sottolineare però che nei pazienti affetti da demenza, l’incontinenza fecale può presentarsi dopo i pasti o a seguito di altre attività che stimolano una risposta gastrocolica.
Attualmente l’incontinenza fecale viene trattata nella maggior parte dei pazienti mediante la somministrazione di una dieta povera di fibre e a dei clisteri profilattici, una o due volte la settimana. Allo stesso tempo invece nei pazienti non costipati senza fecaloma la cura può comprendere la terapia farmacologica, la bioretroazione e la chirurgia.
Nonostante le numerose possibilità terapeutiche, recentemente la comunità scientifica ha valutato un nuovo trattamento, basato sul metodo del biofeedback e della biorisonanza per trattare la causa principale di costipazione cronica nelle donne anziane: la defecazione disinergica.
Nel dettaglio in uno studio randomizzato controllato sono stati valutati gli effetti del trattamento comportamentale attraverso il biofeedback elettromiografico (EMG-BF)sulla qualità della vita e sui sintomi intestinali nelle donne anziane con defecazione disinergica. Lo studio condotto su venti donne anziane cronicamente stitiche, ha individuato parametri di valutazione come la frequenza settimanale delle feci, la gravità dei sintomi di costipazione cronica riportati dal paziente (sintomi addominali, rettali e delle feci) e la misura generale della qualità della vita.
Dopo 1 mese di riferimento, i partecipanti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo EMG-BF (n = 10) o al gruppo di controllo (n = 10). Tre mesi dopo il trattamento, le pazienti sono state nuovamente valutate seguendo la stessa procedura sottolineando una differenza significativa tra i gruppi prima e dopo il trattamento.
E’ possibile quindi concludere che il trattamento mediante biofeedback e biorisonanza riduce significativamente la sintomatologia, mostrando netti miglioramenti sulla qualità della vita delle persone affette.
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