Alla base della Medicina Energetica c’è qualsiasi interazione energetica o informazionale che permette il recupero della corretta omeostasi dell’organismo, ovvero del suo equilibrio.
Basandoci sul modello C.I.E.M (Coscienza, Informazione, Energia, Materia) sviluppato dall’Ing. Gadducci, e trattato nell’articolo consultabile cliccando qui, è possibile rendersi conto che la materia non esiste senza energia, che a sua volta non ha forma senza informazione, perché è l’informazione che determina il comportamento della materia. Capire questo modello è di grande aiuto nella pratica medica in quanto ognuno dei livelli considerati è importante per il ben-essere dell’individuo.
Ogni disciplina convenzionale o integrata, lavora su uno o più livelli del modello C.I.E.M, con la differenze che la medicina occidentale ha posto al centro la materia tralasciando la componente informazionale e la coscienza della persona e, al contrario, nella medicina orientale viene dato grande spazio alla coscienza e all’energia dell’individuo per curare il corpo.
L’energia sottile e il biocampo
Per questo, insieme alla Medicina Energetica, si parla di energia sottile, cioè l’energia a bassa intensità che sottende l’esistenza della persona. Il fatto di essere un’energia a bassa intensità, la rende di difficile misurazione, almeno con gli strumenti di cui disponiamo attualmente, ma di fatto è descrivibile attraverso le leggi fisiche al pari delle forze che agiscono a livello dei nuclei atomici e delle forze gravitazionali ed elettromagnetiche. Quest’ultima, la forza elettromagnetica, può essere convertita in onde acustiche attraverso l’utilizzo di materiali piezoelettrici. Nel nostro corpo, molti tessuti hanno proprietà piezoelettriche, ed essendo costantemente soggetti a campi elettromagnetici, e generandone uno noi stessi, siamo in grado di convertire queste energie l’una nell’altra in continuazione.
Ogni individuo è un complesso sistema vivente che possiede un suo caratteristico campo energetico o biocampo, un’impronta digitale energetica. Il biocampo deve essere pensato come un campo di energia e informazioni che circonda e pervade il corpo e che entra in risonanza con i campi energetici di altri esseri viventi. Si ipotizza, infatti, che l’energia potrebbe trasportare informazioni che vengono scambiate fra gli esseri viventi, e che quindi è possibile un altro modo di comunicare.
I concetti di energia sottile e di biocampo sono noti nelle antiche discipline orientali da secoli, e cade sotto diversi nomi come Prana, Qi, Ki, Mana per citare alcuni esempi. Studiosi di secoli addietro hanno probabilmente intuito l’esistenza di una forza che, in parte, oggi possiamo spiegare con concetti scientifici come i campi elettromagnetici e la fisica quantistica.
Spiegare il concetto di energia sottile risulta ancora complicato e poco intuitivo, in quanto al momento non è possibile né quantificarla né misurarla in modo diretto. Stanno emergendo tecniche per la misurazione indiretta che legano parametri fisiologi alle variazioni di energia sottile, come l’agopuntura e la fotografia di Kirlian, ma devono essere indagati nel dettaglio e confermati per il loro uso diagnostico.
La prima, l’agopuntura, è una disciplina ormai famosa anche in occidente. Attraverso l’applicazione di aghi in specifici punti corporei, ben noti agli specialisti, è possibile ripristinare il corretto equilibrio e il corretto flusso dell’energia all’interno del corpo. Sbloccare il flusso di energia, nelle antiche pratiche orientali, non è altro che permettere il flusso di elettroni in un campo elettromagnetico. Infatti, le regioni corporee interessate hanno caratteristiche elettriche peculiari rispetto le altre regioni circostanti, cioè una bassa resistenza al passaggio della corrente elettrica, che altro non è che un fluire di cariche da un punto A ad un punto B (gli aghi).
La fotografia di Kirlian, conosciuta anche come elettrografia, “elettrofotografia”, “fotografia di scarica coronale” (CDP), “bioelettrografia” “visualizzazione a scarica di gas (GDV)”, “imaging elettrofonico (EPI)”e “Kirlianografia”, utilizza invece dei dispositivi da applicare ai polpastrelli e corrente debole ma ad alto voltaggio. Il segnale generato viene letto dal computer e associato alla funzionalità degli organi. È una tecnica ancora dibattuta e controversa, oggetto di numerosi studi e approfondimenti per verificarne l’applicabilità in campo diagnostico.
Tra visione occidentale e visione orientale
Indagare questa alternativa diagnostica può portare al superamento dei limiti della medicina occidentale che, in alcuni contesti, non trova spiegazione alle cause o alla risoluzione di patologie, basandosi unicamente sui paradigmi biochimici. La stessa biochimica si basa sul concetto di energia: senza di essa i processi alla base della vita non avverrebbero, non ci sarebbe la respirazione cellulare, la glicolisi, il ciclo di Krebs.
La medicina energetica, per definizione, è un’insieme di discipline che lavorano sul piano energetico dell’individuo e può essere coniugata anche in termini biochimici. Ancora non riscuote un ampio consenso nonostante ci siano molte evidenze che gli organismi viventi rispondono a campi elettromagnetici non-ionizzanti a bassa intensità a più livelli: subcellulare, cellulare, fisiologico, emozionale e comportamentale.
Stanno trovando sempre più consensi le “terapie di restauro” (Restauration therapies) secondo le quali l’esposizione ad alte frequenze stimoli la forza vitale delle cellule, rinvigorendole, guidandole verso la risoluzione del loro danno che è ciò che accade in medicina usando i laser, la terapia iperbarica, le terapie basate su cellule staminali ed esosomi.
Al momento si indaga quanto la medicina energetica possa essere utile nelle terapie oncologiche, in quanto utilizzare terapie ad alte frequenze mirate alla risoluzione della disfunzione mitocondriale insieme alle terapie classiche potrebbe essere una possibile futura strategia per abbattere gli effetti collaterali e tossici generalizzati di queste, andando ad agire in modo specifico solamente sulle cellule tumorali che presentano campi energetici alterati.
La risposta delle cellule viventi ai campi elettromagnetici, sia naturali che indotti dall’uomo, può essere sia positiva che dannosa, come ben sappiamo. La possibilità di elettrostimolare tessuti viventi per avere effetti a livello cellulare, ha forti implicazioni biomediche, per questo le ricerche e gli studi in questo ambito sono necessari e importanti per sfruttare solo in senso positivo queste risorse, andando a valutare sia le corrette lunghezze d’onda da applicare che la durata dei trattamenti per ottenere un effetto terapeutico specifico.
In futuro, forse, non si prenderanno più in considerazione solo le analisi del sangue, delle urine, i dosaggi ormonali e altri referti, ma si porrà un occhio di riguardo anche allo stato energetico dell’individuo che può dirci tanto sulla sua salute.