Il morbo di Parkinson, la seconda malattia neurodegenerativa più prevalente dopo l’Alzheimer, colpisce circa l’1% degli anziani sopra i 60 anni, con una crescente incidenza di casi precoci intorno ai 40 anni. Questa condizione è caratterizzata dalla degenerazione progressiva dei neuroni dopaminergici, portando a un calo dei livelli di dopamina in specifiche aree cerebrali e causando sintomi motori distintivi.
La ricerca ha identificato vari fattori che possono influenzare il rischio di sviluppare il Parkinson, tra cui predisposizioni genetiche, un maggiore rischio nei maschi rispetto alle femmine, e l’esposizione a determinati fattori ambientali come sostanze chimiche e pesticidi. Nonostante la comprensione delle sue cause sia ancora incompleta, gli studi continuano a cercare maggiori chiarimenti sull’origine e la progressione della malattia.
Approcci Integrati nel Trattamento del Parkinson
Non esistendo al momento una cura definitiva per il Parkinson, né farmaci in grado di prevenirne lo sviluppo o arrestarne la degenerazione, l’attenzione si è spostata verso la medicina integrata. Questa propone un approccio olistico che include uno stile di vita sano, l’esercizio fisico regolare, e una dieta equilibrata, elementi tutti ritenuti benefici per il sistema nervoso e potenzialmente in grado di svolgere un ruolo preventivo nello sviluppo di malattie neurodegenerative.
Una volta manifestata la malattia, le terapie convenzionali si concentrano principalmente sulla gestione palliativa dei sintomi. Tuttavia, l’integrazione di queste con trattamenti complementari può migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti, riducendo i sintomi del Parkinson.
Tai Chi, Danza e Ganoderma Lucidum: Efficacia e Benefici
Studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia di pratiche come il Tai Chi e la danza nell’apportare miglioramenti nell’equilibrio, nelle funzioni motorie e nella deambulazione nei pazienti con Parkinson. Il Tai Chi, in particolare, è stato evidenziato per i suoi benefici nel movimento fisico e nel benessere generale, come confermato da ricerche condotte dall’Università dell’Arizona e da revisioni sistematiche che includono anche il Qi Gong come pratica benefica per chi è affetto dalla malattia.
Analogamente, la danza, e in particolare il tango argentino, ha mostrato potenziali effetti positivi sui sintomi motori del Parkinson, sebbene questi studi abbiano coinvolto un numero limitato di partecipanti. Lo conferma lo studio condotto dall’Università di Witten/Herdecke, il quale ha focalizzato l’attenzione sull’effetto terapeutico del tango argentino, evidenziando miglioramenti nelle funzioni motorie, nell’equilibrio e nella deambulazione tra i partecipanti.
Oltre alle pratiche fisiche, la ricerca ha esplorato il ruolo dei supplementi naturali nel trattamento del Parkinson. Il Ganoderma lucidum, un fungo saprofita con una lunga storia nella Medicina Tradizionale Cinese, contiene molti composti bioattivi (tra cui polisaccaridi, triterpenoidi, adenosina e steroli) e ad oggi viene utilizzato in medicina contemporanea per le sue proprietà benefiche e antiossidanti. È stato addirittura riconosciuto dalla medicina moderna come uno dei dieci rimedi naturali più efficaci al mondo. Una delle funzioni principali del fungo è quella di reintegrare le cellule danneggiate, svolgendo un ruolo cruciale nel contesto della malattia neurodegenerativa di Parkinson. Poiché questa patologia compromette il normale funzionamento delle cellule, il Ganoderma agisce come un protettore, contrastando l’azione dannosa dei radicali liberi. Questo si traduce in un effetto positivo nel ridurre l’entità dei tremori e nel migliorare la capacità di movimento nei pazienti affetti da Parkinson.
La rivista Nature ha pubblicato uno studio incentrato sulla somministrazione del fungo su modelli animali (topi). Lo studio, effettuato nel reparto di neurologia dell’Ospedale di Xuanwu, in Cina, conferma le proprietà neuroprotettive del fungo: il Ganoderma lucidum protegge i neuroni dallo stress ossidativo. Dalla ricerca emerge che il fungo ha protetto i neuroni dopaminergici, migliorato la funzione mitocondriale, regolando i processi di autofagia e apoptosi. Ciò ha portato a un miglioramento delle prestazioni locomotorie nei topi.
Questo studio rivela il potenziale del Ganoderma come un importante agente neuroprotettivo, efficace per la prevenzione e la riduzione dei sintomi del morbo di Parkinson.
Conclusioni: Verso un Approccio Olistico al Parkinson
L’approccio della medicina integrata al trattamento del Parkinson propone una combinazione di terapie convenzionali e complementari, mirate a migliorare la mobilità, ridurre la rigidità muscolare, e contribuire alla gestione complessiva della malattia. L’inclusione di pratiche come il Tai Chi e la danza, insieme all’assunzione di supplementi come il Ganoderma lucidum, offre una strategia promettente per affrontare i sintomi del Parkinson, evidenziando l’importanza di un approccio olistico nella cura delle malattie neurodegenerative. Questa prospettiva non solo fornisce soluzioni pratiche ma anche speranza per migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti.
DISCLAIMER
*Le informazioni riportate nell’articolo hanno esclusivamente scopo informativo e non hanno in alcun modo né la pretesa né l’obiettivo di sostituire il parere del medico e/o specialista, di altri operatori sanitari o professionisti del settore che devono in ogni caso essere contattati per la formulazione di una diagnosi o l’indicazione di un eventuale corretto programma terapeutico e/o dietetico e/o di allenamento e/o di allattamento e/o di riabilitazione e/o di integrazione alimentare, e più in generale per il confronto sulle suddette informazioni.
FONTI
I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele. Malattia di Parkinson: cos’è e come si cura
Pub.Med. Argentine tango in Parkinson disease–a systematic review and meta-analysis