Pietro ha 72 anni e circa un mese fa è stato colpito da ictus; dopo il malore, è stato portato al Centro di Medicina fisica e riabilitazione dell’ospedale universitario Campus Bio-Medico di Roma dove ha accettato di fare la cavia per testare il nuovo robot fisioterapista, sviluppato da dei bioingegneri del Campus che hanno ideato uno spin-off, la Ican Robotics, e brevettato la strumentazione che ha ricevuto il marchio CE medicale dal Ministero della Salute ed è stato già acquisito da un centro di neuroriabilitazione parigino.
Il robot si chiama Icone, pesa una trentina di chili circa e può essere facilmente trasportabile a casa del paziente: si tratta del primo robot fisioterapista a domicilio che prevede programmi riabilitativi simili a dei videogiochi: dal pesciolino che deve raccogliere le conchiglie a dei giochi da farsi nello spazio, dal calcio al bowling. L’attrezzatura è simile a quella di un Flipper: vi è una manopola che il paziente deve impugnare e deve saper muovere a seconda dei compiti che deve eseguire. Molti sono però i pazienti che riportano danni eccessivamente gravi e che quindi non riescono da soli ad impugnare la manopola; in questo caso il robot interviene in loro soccorso e aiuta la mano a posizionarsi dove deve grazie ad una molla che permette di muovere e stendere il braccio, facendogli così compiere il movimento richiesto. La terapia deve essere eseguita tutti i giorni per circa un’ora e il robot controlla e valuta con estrema precisione le tempistiche, la forza opposta ed i risultati ottenuti. Il fisioterapista sarà quindi agevolato da queste valutazioni e potrà quindi proseguire con la terapia nel modo più efficace possibile. Senza contare che Icone è estremamente facile da trasportare e da utilizzare: richiede solo una presa elettrica e l’utilizzo di un tavolo dove appoggiarlo, così che anche tutti quei pazienti che vivono lontani da centri riabilitativi possano esercitarsi quotidianamente e ritornare in salute il prima possibile.
L’importante è comprendere che però questo robot non può essere utilizzato da tutti: la figura del fisioterapista è ancora estremamente importante, anche perché deve supervisionare ed impostare i programmi di cura, e non tutti i pazienti possono utilizzarlo al momento; bisogna valutare il grado di spasticità, di abilità motorie e cognitive. Chi ha delle potenzialità di guarigione verrà certamente supportato dal robot, soprattutto se si tratta di patologie croniche.
La fonte: La Repubblica