Quando si riceve una diagnosi oncologica la si percepisce come un trauma che porta con sé conseguenze non solo sul fronte della salute fisica, ma anche sotto un punto di vista psicologico ed emotivo. Fronteggiare un evento simile può scatenare angoscia e stress come nella classica PTSD (sindrome da stress post-traumatico) che, ad oggi, può essere trattata grazie ad una tecnica chiamata Eye Movement Desensitization and Reprocessing, EMDR, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari.
La psico-oncologia è la branca della psicologia che pone al centro dell’analisi il benessere psicofisico del malato oncologico, creando un percorso psicoterapeutico che possa supportarlo nella quotidianità, partendo dalla sua personale percezione della patologia: vissuta come un evento traumatico a tutti gli effetti.
Una delle tecniche impiegate dagli esperti in psico-oncologia è proprio l’EMDR che sfrutta la possibilità di riprogrammare in chiave positiva i ricordi legati ad un’esperienza negativa, così da poterne elaborare il carico informazionale in maniera costruttiva e propositiva.
EMDR e Modello adattivo di Shapiro
L’EMDR consiste in un modello psicoterapeutico, sviluppato alla fine degli anni ’80 del Novecento dalla psicologa Francine Shapiro, volto al trattamento di esperienze e ricordi traumatici e ai sintomi correlati allo stress da essi provocato. Il soggetto viene stimolato a riportare alla memoria ricordi traumatici e nel frattempo a compiere movimenti oculari alternati in senso orizzontale, destra/sinistra, o attraverso stimolazione bilaterale. Quest’ultima consentirebbe una miglior connessione tra i due emisferi cerebrali, incrementando l’attivazione neuronale (arousal) a l’attenzione.
L’approccio su cui verte l’EMDR è basato sull’Adaptive Information Processing Model (AIP, Shapiro, 2001) secondo cui la stragrande maggioranza di psicopatologie andrebbe ricondotta alla presenza di ricordi disturbanti, di natura intrusiva, non affrontati precedentemente.
Il modello postula infatti l’esistenza di un meccanismo di elaborazione delle informazioni che immagazzina le nuove esperienze legandole ad altre preesistenti in memoria. Esisterebbero delle vere e proprie reti neurali con diversi sottogruppi in cui localizzare un nuovo evento, anche in base alle emozioni di cui facciamo esperienza nel momento in cui esso accade. All’interno dei network neurali vengono perciò immagazzinati gli eventi della nostra vita: quelli traumatici sono inglobati in maniera disfunzionale assieme ad una serie di informazioni ed emozioni disturbanti che si congelano all’interno delle reti neurali, incapaci di essere processate e legate ad altri ricordi funzionali. Questo groviglio di informazioni e stati emotivi inesplorati finisce per creare una falla nel sistema cognitivo del soggetto, sottoponendolo a stress e disagio emotivo.
Il metodo clinico EMDR mira alla desensibilizzazione e successiva ristrutturazione cognitiva dell’evento traumatico, grazie ad una sua rielaborazione adattiva: la stimolazione neuronale, mediante movimenti oculari controllati, induce il ripristino del processo neurofisiologico naturale, con estremo beneficio per il paziente. L’EMDR si focalizza sul ricordo vero e proprio per destrutturare alla radice l’esperienza traumatica. Lo psicoterapeuta, applicando questa tecnica, chiede all’individuo di riportare alla memoria il ricordo che si pensa alla base del trauma, mentre sposta lo sguardo da un punto all’altro, con movimento sinistra-destra, alternato.
EMDR applicato psico-oncologia
Le difficoltà del malato oncologico non si esauriscono nella fase diagnostica, bensì proseguono nel corso dei consulti specialistici e nella scelta del trattamento farmacologico più indicato. Oltre agli aspetti più puramente medici, non vanno trascurate le problematiche afferenti alla sfera sociale e personale che il paziente si trova ad affrontare, come sospeso in una dimensione limbica, tra prima e dopo. Un confronto perenne tra il “prima”, contraddistinto da salute fisica e psicologica, all’insegna della spensieratezza e normalità, in netto contrasto con il “dopo” estremamente segnato dalla diversità, dal cambiamento del corpo.
Le terapie oncologiche possono alterare notevolmente l’aspetto fisico della persona, con alterazioni che si ripercuotono sulla mente e sul fronte intimo-emotivo. Secondo alcuni studi la diagnosi oncologica e il solo affrontare il decorso della malattia comportano effetti simili al disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
In psico-oncologia viene attuato l’EMDR partendo dai ricordi disfunzionali del paziente esclusivamente legati alla malattia, su due assetti temporali: il passato, con la diagnosi, il presente con le difficoltà attuali di cui il malato fa esperienza quotidianamente.
Terapia cognitivo comportamentale e EMDR
Recenti studi hanno comparato l’efficacia dell’EMDR con altre tecniche psicologiche precedentemente utilizzate per intervenire sul trauma nel paziente oncologico: prima fra tutte la terapia cognitivo comportamentale, dall’inglese CBT.
La CBT costituisce il gold standard per il trattamento di una pluralità di disturbi psicologici e si basa su un ciclo mentale-emotivo, per cui non sarebbe l’evento a dare origine a problemi psicologici e/o comportamentali, bensì questi ultimi sono condizionati dalle nostre strutture cognitive e dagli schemi disfunzionali mediante cui elaboriamo un pensiero. Di conseguenza, questo tipo di trattamento mira ad individuare schemi che ci portano a ragionare in maniera disfunzionale, pensieri che in essi ricorrono, al fine di costruire strutture cognitive positive attraverso cui elaborare un dato evento.
Capezzani et al. (2013) hanno dimostrato che nel disturbo post-traumatico, in ambito oncologico, il gruppo trattato con EMDR aveva una maggior percentuale di liberazione dal trauma della malattia rispetto al gruppo di controllo in cui si offriva terapia cognitivo comportamentale.
Sulla scia di questo studio, altri ricercatori hanno attuato EMDR in psico-oncologia, dimostrandone le potenzialità nel trattamento a tutto tondo del paziente, trascendendo la sola dimensione patologica-organica. Nella medicina contemporanea mente e corpo sono sempre più considerati un connubio dualistico inscindibile. La patologia oncologica invade la sfera personale del malato su più fronti: ne deriva la necessità di interventi combinati che tengano conto dei possibili risvolti destabilizzanti non solo per il malato, ma per tutte le figure che attorno a lui gravitano (caregiver e familiari).
Grazie alla psicoterapia e in questo caso alla ristrutturazione cognitivo-emotiva operata attraverso l’EMDR è possibile supportare il malato, aiutandolo a processare ricordi in maniera proattiva, liberandosi delle emozioni negative che automaticamente il nostro cervello collega ad un determinato episodio spiacevole.
Fonti:
Faretta E, Borsato T, Civilotti C, Fernandez I, Pagani M. EMDR and CBT: a comparative clinical study with oncological patients. J EMDR Pract Res. 2016;10(3):215‐227. https://connect.springerpub.com/content/sgremdr/10/3/215
Capezzani L, Ostacoli L, Cavallo M, et al. EMDR and CBT for cancer patients: comparative study of effects on PTSD, anxiety, and depression. J EMDR Pract Res. 2013;7(3):134-143. https://connect.springerpub.com/content/sgremdr/7/3/134.abstract
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2020.590204/full
https://www.apc.it/chi-siamo/la-psicoterapia-cognitiva/terapia-cognitivo-comportamentale/