Hai mai sentito parlare di schizofrenia? Hai mai avuto a che fare con qualcuno affetto da questo disturbo?
Se hai risposto sì, saprai bene che questo è uno disturbo mentale che porta con sé tanta sofferenza, sia per il soggetto interessato sia per coloro che gli stanno vicino.
La schizofrenia è un disturbo psicotico grave, caratterizzato da deficit cognitivi, che causano problemi sia nello svolgimento di attività quotidiane, come studio e lavoro, sia nei rapporti interpersonali, come ad esempio ritiro sociale, apatia, deliri, allucinazioni, distacco dalla realtà, disturbo del pensiero e della percezione, nonché importanti cambiamenti nel comportamento (atteggiamenti insoliti e bizzarri).
Stiamo parlando di un disturbo mentale altamente invalidante che rende impossibile alla persona che ne è affetta di instaurare legami sociali, pensare lucidamente, focalizzare la realtà per quello che realmente è.
Inoltre, questa malattia porta con sé uno stigma sociale enorme che aggrava ancora di più la situazione di chi ne soffre e di familiari e amici.
La malattia non fa distinzione di genere, razza o livello socioeconomico, si presenta come un disturbo universale che colpisce in ugual modo uomini e donne, appartenenti a qualsiasi classe sociale. Non può trattarsi quindi di un disturbo causato da emarginazione o disagio e degrado sociale. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Società (OMS), nel mondo, ci sono 24 milioni di persone che soffrono di schizofrenia e solo in Italia circa 245.000 persone soffrono di questo disturbo. (ISS: Diffusione nella popolazione italiana).
La sintomatologia
La sintomatologia della schizofrenia è molto complessa e viene suddivisa in tre sottotipi:
schizofrenia positiva, schizofrenia negativa, schizofrenia mista.
I sintomi della schizofrenia positiva sono i più semplici da individuare, essendo questi abbastanza evidenti perche la persona che ne è affetta tende ad alterare drasticamente la realtà.
I sintomi positivi li individuiamo in:
• allucinazioni visive, uditive, tattili, gustative e cenestesiche (ovvero il paziente ha la percezione che il suo corpo stia cambiando oppure prova false sensazioni somatiche, ad esempio il prurito)
• Deliri che si differenziano in deliri di persecuzione, megalomani, di gelosia, di pensiero (si crede che gli altri possano ascoltare o manipolare i pensieri)
• Comportamenti bizzarri di vario tipo (per esempio camminare nudi per strada oppure indossare un cappotto d’estate)
• Disturbi formali del pensiero, il paziente non riesce a pensare correttamente e in modo lineare dando un senso logico a ciò che dice, fa e pensa
Invece, la schizofrenia negativa è caratterizzata da quei sintomi che, potrebbero non essere compresi sin da subito e confusi con una scelta volontaria del soggetto interessato, come ad esempio la sua volontà di non assumersi le responsabilità.
I sintomi negativi sono identificati in:
• Deficit della memoria, dell’attenzione e delle funzioni esecutive. Ovvero il malato presenta carenti capacità di concentrarsi, memorizzare e svolgere attività di qualsiasi tipo
• Appiattimento affettivo, ovvero incapacità di provare emozioni
• Alogia, ovvero l’incapacità di esprimersi, utilizzando un linguaggio atipico
• Anedonia o asocialità, completa perdita di interesse nell’instaurare rapporti umani
La schizofrenia mista invece, presenta allo stesso tempo, sintomi positivi e negativi che possono essere entrambi predominanti oppure possono livellarsi e venire fuori allo stesso modo (Pubmed: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7165478/).
Trattamenti classici per curare la schizofrenia
La cura più utilizzata per questo tipo di malattia mentale è il trattamento farmacologico, quindi la somministrazione di antipsicotici. Possiamo distinguere due tipi di antipsicotici: quelli di prima generazione, come la clorpromazina e l’aloperidolo, che vengono classificati come molto efficaci ma hanno un elevato rischio di effetti collaterali; e gli antipsicotici di seconda generazione o atipici, come l’olanzapina e la risperidona, i quali hanno dimostrato di avere un effetto più bilanciato sui sintomi, ma hanno allo stesso tempo una migliore tollerabilità.
Un aiuto dalla psicoterapia e dalle Medicine Integrate
Secondo il DSM 5 (Manuale Diagnostico E Statico Dei Disturbi Mentali) (Rivista di Psichiatria: https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1461/articoli/16137/), per accertare la sindrome della schizofrenia, il paziente deve dimostrare di essere affetto da almeno due di questi sintomi e per almeno sei mesi consecutivi:
• deliri
• disturbi motori
• disturbi del linguaggio e del pensiero
• allucinazioni
Per curare questa malattia mentale un aiuto fondamentale deriva da percorsi di psicoterapia, abbinata alla somministrazione di farmaci antipsicotici. Grazie ad una terapia efficace il paziente ha la possibilità di ridurre la gravità dei sintomi, limitare il rischio di ricadute, recuperare rapporti sociali e famigliari e le abilità cognitive per poter svolgere attività quotidiane, come studiare o lavorare. È chiaro che questo tipo di percorso può portare ad una sofferenza importante, sia per il paziente affetto dalla malattia sia per chi gli sta vicino.
Esistono diverse strategie di intervento, e l’integrazione di tutte queste terapie, insieme ad un trattamento farmacologico, possono produrre risultati migliorativi per chi affetto da schizofrenia.
Tra i percorsi psicoterapeutici più importanti abbiamo:
• la psicoterapia cognitivo comportamentale (CBT): è un trattamento coadiuvante alla cura farmacologica, che ha lo scopo di aiutare i pazienti a riconoscere e, di conseguenza, modificare comportamenti e pensieri negativi
• la psicoterapia familiare, con la partecipazione di tutti i membri della famiglia, per garantire al paziente di essere compreso dai propri cari, e dare alla famiglia la possibilità di riconoscere ricadute al comportamento psicotico e sapere come intervenire
• La psicoterapia focalizzata sulla gestione dello stress e dei comportamenti psicotici
• La psicoterapia riabilitativa, incentrata sulla riabilitazione delle abilità cognitive e sociali per garantire l’inserimento all’interno della società e per garantire al paziente la capacità di svolgere attività quotidiane di studio e lavoro
Stiamo parlando quindi di quanto è importante avere un approccio integrato tra l’intervento psicoterapeutico, quello psicosociale e quello riabilitativo. Questi trattamenti hanno lo scopo di migliorare la vita del paziente, reinserirlo all’interno della società e nel mondo lavorativo (in forme protette), diventando, quindi, essenziali per evitare che i sintomi peggiorino e di dover necessariamente ricorrere ad una eventuale ospedalizzazione.
Oltre alla psicoterapia e alla cura farmacologica, molti specialisti hanno mostrato interesse per approcci integrativi, orientando il loro interesse verso un uso più assiduo di queste tecniche. Tra le più efficaci abbiamo:
• La fitoterapia: prevede l’assunzione di erbe come la Withania somnifera (Ashwagandha), la quale ha un effetto neuroprotettivo e risulta benefica per la riduzione dell’ansia
• Attività fisica e mindfulness: sport e meditazione riducono il livello di stress e migliorano sintomi cognitivi, compromessi dalla malattia
• Alimentazione sana e supporto nutrizionale: una dieta mirata, basata su alimenti con l’aggiunta di acidi grassi omega-3, antiossidanti e vitamine B, risulta essere una buona integrazione al trattamento farmacologico e psicoterapico
• Agopuntura: anche l’agopuntura influisce positivamente sul benessere psicologico del paziente, portando il paziente verso uno stato di rilassamento e riducendo, quindi, i sintomi di stress e ansia
• Biofeedback: questa tecnica è utile nella gestione dell’ansia e dello stress. Tramite la biorisonanza il paziente viene messo nelle condizioni di raggiungere uno stato di rilassamento, riducendo così i sintomi tipici dell’ansia.
Vediamo più nel dettaglio come funziona questo tipo di trattamento integrato per la cura della schizofrenia
Biofeedback tecnica di de-stress e rilassamento per il trattamento della malattia
La Biorisonanza (CIEM System: https://biot.it/tecnologie-biomedicali/brs-biorisonanza-e-biofeedback), basata sulla tecnica del biofeedback viene utilizzata come metodo per il raggiungimento di uno stato di rilassamento del paziente, in associazione al trattamento farmacologico e psicoterapeutico. Con il termine “rilassamento” intendiamo il raggiungimento di una condizione psicofisica caratterizzata da uno stato di calma e serenità, priva di stati di ansia ed agitazione, ma mantenendo comunque uno stato di vigilanza.
Il fine di questa tecnica è quella di ridurre i sintomi psicofisici dell’ansia e dello stress, come allentamento della frequenza cardiaca e respiratoria, riduzione della pressione arteriosa e sudorazione, minimizzando l’attività del sistema simpatico e aumentando quella del parasimpatico. (https://www.ipue.it/articoli-pubblicazioni/terapie-rilassamento-biofeedback-per-disturbi-di-ansia-stress-correlati.pdf)
In conclusione, qualsiasi approccio integrato elencato sopra, venga utilizzato per ridurre i sintomi della schizofrenia è necessario che la combinazione delle terapie sia perfettamente personalizzata e che assecondi le necessità del paziente-persona.
Negli ultimi anni, la cura della schizofrenia sembra sempre più orientata verso un modello personalizzato e olistico, focalizzato non solo sulla somministrazione massiva di psicofarmaci, ma anche utilizzando tecniche coadiuvanti che possono aiutare il paziente a migliorare sua posizione sociale e lavorativa e quindi ad avere una vita migliora a 360°.
DISCLAIMER
*Le informazioni riportate nell’articolo hanno esclusivamente scopo informativo e non hanno in alcun modo né la pretesa né l’obiettivo di sostituire il parere del medico e/o specialista, di altri operatori sanitari o professionisti del settore che devono in ogni caso essere contattati per la formulazione di una diagnosi o l’indicazione di un eventuale corretto programma terapeutico e/o dietetico e/o di allenamento e/o di allattamento e/o di riabilitazione e/o di integrazione alimentare, e più in generale per il confronto sulle suddette informazioni.
FONTI
Negative v positive schizophrenia. Definition and validation: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/7165478/
Istituto Superiore di Sanità , informazioni generali sulla schizofrenia
Rivista di Psichiatria: https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1461/articoli/16137/
Rivista di Psichiatria: https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/3713/articoli/37042/
Terapie di rilassamento e biofeedback per ansia e disturbi somatici stress correlati: https://www.ipue.it/articoli-pubblicazioni/terapie-rilassamento-biofeedback-per-disturbi-di-ansia-stress-correlati.pdf
Il biofeedback nel rilassamento: http://www.centronous.com/centro/biofeedback-nel-rilassamento/#:~:text=Coloro%20che%20traggono%20beneficio%20dal,o%20comunque%20peggiorati%20dallo%20stress