Oggigiorno il mondo del lavoro è caratterizzato da un crescente dinamismo e da una forte necessità di adattamento ai frequenti cambiamenti delle logiche politiche e di mercato. Basti pensare a flessibilità, riorganizzazione, prolungamento (molto spesso non retribuito) dell’orario di lavoro reale, che rappresentano solo alcuni dei fattori che stanno influenzando profondamente lo scenario lavorativo con cui dobbiamo interfacciarci quotidianamente
Non esistono attualmente delle linee guida che forniscano precisi strumenti per una valutazione adeguata del rischio da organizzazione del lavoro (rischio psicosociale). Tale valutazione risulta ad ogni modo fondamentale per due motivi:
a) fare una valutazione epidemiologica del livello di stress occupazionale in una certa popolazione lavorativa;
b) gestire il singolo caso, in ambito di giudizio di idoneità, in funzione della valutazione dei rischi psicosociali.
Al di là delle linee guida, negli anni sono stati sviluppati diversi strumenti di indagine per valutare i livelli di stress occupazionale. Si tratta di questionari che indagano fattori di rischio, stress percepito e benessere psicofisico del lavoratore. Tali questionari non vanno considerati come strumenti clinici che diano indicazioni sull’eventuale stato patologico del soggetto, ma vanno intesi come degli strumenti epidemiologici, in grado di fornire un dato relativo ad una determinata popolazione lavorativa esaminata in un determinato contesto lavorativo.
Per quanto riguarda invece la gestione del singolo caso, tali questionari rientrano in una valutazione più ampia e completa di tipo psicodiagnostico, che si basa inoltre sulla valutazione clinica diretta (colloquio e osservazione) e sull’anamnesi. L’approccio psicodiagnostico è mirato, ancor prima dell’individuazione degli stressor specifici e del loro effetto sul soggetto, alla valutazione del profilo di personalità, intesa come l’integrazione tra il modo in cui sono gestite le emozioni e le relazioni interpersonali, il sistema dei valori, le convinzioni e aspettative riguardo al mondo, le risorse e potenzialità cognitive, lo stile con cui si fa fronte alle difficoltà del vivere quotidiano. E’ per questo motivo che ai questionari utilizzati nella valutazione specifica dello stress lavoro- correlato, come i questionari WOA, il JCQ di Karasek, l’ERI, il Test di Valutazione Rapida dello Stress, il Maslach Burnout Inventory e il JSS sono spesso affiancati test psicologici divisi in:
• Test Cognitivi: prove di abilità, pratiche e verbali, tendenti a misurare l’efficienza intellettiva in generale (l’intelligenza), o funzioni cognitive specifiche.
• Test non Cognitivi: una grande varietà di prove di varia natura che hanno in comune il tentativo di misurare aspetti della personalità, a loro volta classificati in proiettivi (richiesta di risposte spontanee e creative da parte del soggetto) e non proiettivi (ad es. i questionari).
Numerosi sono gli esempi di test psicodiagnostici che possono essere utilizzati per valutare lo stress:
▪ La Wechsler Adult Intelligence Scale-Revised (WAIS-R), edizione più recente e adattata in italiano delle scale di intelligenza create da David Wechsler. Si tratta di un insieme di subtest che indagano le abilità cognitive, verbali e pratiche, negli adolescenti e negli adulti.
▪ Il test di Rorschach, consistente nella raccolta delle risposte spontanee delle persone di fronte a 10 forme casuali ottenute versando delle gocce di inchiostro su un foglio di carta che, ripiegato, restituisce una figura praticamente simmetrica.
▪ Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI), un test di personalità che ha la struttura di un questionario autosomministrato a risposta binaria. Agli item, che riguardano una grande varietà di argomenti, è possibile rispondere contrassegnando la “V” (vero) o la “F” (falso) che seguono ogni frase. Oggi risulta largamente utilizzata la versione aggiornata (MMPI-2) del test, composta da 567 item.
E’ possibile concludere quindi che lo stress da lavoro può rappresentare un grave rischio per la salute delle persone e in aggiunta anche profondi rischi psicosociali che possono comportare anche costi complessi da stimare.
Fonte: Pubmed: