Sei quadriplegici sono riusciti a compiere azioni fino ad ora impensabili, come impugnare forchetta e coltello, bere dal bicchiere, prendere un foglio o una carta di credito; tutto ciò grazie ad un pool di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università Tubinga in Germania che hanno creato un’interfaccia robotica composta da una cuffietta e da un esoscheletro di una mano. I risultati del loro studio e le indicazioni su come è possibile utilizzare il nuovo sistema sono stati pubblicati su una delle più rinomate riviste del settore, Science Robotics.
Maria Chiara Carrozza, professore ordinario di Bioingegneria Industriale e autrice dello studio, spiega che il loro obiettivo consiste nel ripristino della abilità motorie che sono state compromesse a causa di determinate lesioni presenti nel midollo spinale e che solitamente portano a quadriplegia o tetraplegia; tramite questa interfaccia è possibile riparare dall’esterno il circuito che si è interrotto nelle persone che soffrono di paralisi, il tutto aggirando la lesione e facendolo in maniera meno invasiva rispetto alle interfacce tradizionali usate sino ad ora e che prevedono l’utilizzo di protesi impiantante nel cervello per comandare arti robotici o mettere in movimento i muscoli di un braccio.
L’interfaccia in questione, difatti, è composta da due elementi portatili, poco invasivi, esterni (senza la necessità di essere impiantati), interconnessi tra loro e che funzionano a batterie. La cuffietta, posizionata nella testa, presenta una seria di elettrodi che possono percepire le intenzioni dell’individuo e le azioni che vuole compiere, riuscendo a cogliere i segnali dell’attività del cervello e del movimento oculare che saranno a loro volta trasmessi all’esoscheletro della mano che li trasformerà in comandi ed ordini per compiere le azioni che si ha intenzione di svolgere.
Oltre a queste due componenti, vi è un tablet che svolge una funzione di supporto nella conversione in tempo reale dei segnali in comandi per controllare l’esoscheletro.
Il team di Italiani si è concentrato principalmente sulla realizzazione della mano robotica, con un particolare focus sull’indice ed il pollice; la protesi è stata poi testata su sei persone quadriplegiche, che presentano lesioni del midollo spinale nell’area cervicale e che fino ad ora risultavano incapaci di compiere azioni estremamente banali come impugnare una forchetta o prendere un libro senza l’aiuto costante di un qualche famigliare/amico.
Con questa nuova protesi esterna e in soli 10 minuti, i soggetti in esame hanno preso confidenza con l’esoscheletro ed hanno portato a termine azioni che fino a quel momento sembravano impossibili da realizzare. Il prossimo step per il futuro consiste nello sviluppo di prototipi meno ingombranti e più facili da indossare ma con capacità via via migliori e più specifiche, dando speranza a tutti coloro che a causa di lesioni hanno perso l’autonomia nella propria vita quotidiana.
La fonte: Repubblica