L’osso è un tessuto connettivo caratterizzato da una notevole durezza, resistenza e contraddistinto da molteplici funzioni. Lo scheletro provvede a proteggere gli organi interni, a fornire un supporto al tessuto muscolare e a garantire una funzione emopoietica. Dal punto di vista microscopico, le ossa sono costituite per il 30% da una matrice organica e per il restante 70% da una inorganica: la prima è costituita da fibre di collagene e glicoproteine, mentre la seconda da una matrice inorganica che conferisce forza e resistenza al tessuto.
È noto, da numerose ricerche scientifiche, che all’interno dell’osso sono presenti zone elettricamente negative (zone che svolgono le funzioni legate ai processi di crescita) e delle zone elettricamente positive o neutre considerate le zone meno attive. Durante il rimodellamento, che inizia durante la vita fetale dell’individuo e continua per tutto il resto della vita, le diverse parti dell’osso sono sottoposte a sollecitazioni meccaniche. Tali sollecitazioni portano ad uno spostamento di ioni all’interno della cellula che generano un potenziale elettrico. In caso di frattura, i processi di riparazione ossea e di stimolazione osteogenica sono legati alla concentrazione di calcio presente nelle cellule ossee.
Le ricerche hanno dimostrato che l’applicazione di una corrente elettromagnetica pulsata è in grado di alterare la permeabilità della membrana agli ioni calcio stimolando l’attivazione di vari mediatori che determinano lo scatenarsi di differenti risposte fisiologiche. Queste variazioni del microambiente locale portano direttamente a modificazioni cellulari da cui scaturiscono fenomeni quali: l’osteogenesi e il controllo della struttura ossea.
Questi principi vengono oggi sfruttati nei ritardi delle consolidazioni e nell’accelerazione delle riparazioni fratturative attraverso l’applicazione di Campi Elettromagnetici Pulsati. Nel dettaglio, le PEMF grazie allo loro non invasività, sicurezza e mancanza di effetti collaterali sono già state utilizzate efficacemente nelle cliniche come terapia fisica per accelerare e finalizzare il processo di guarigione di una nuova frattura e riattivare il processo di guarigione.
Recentemente una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati hanno dimostrato che le PEMF abbreviano significativamente il tempo di guarigione per le fratture acute sottoposte a trattamento non chirurgico. Nello specifico uno studio prospettico, che ha valutato l’effetto del trattamento di PEMF su 64 pazienti sottoposti ad artrodesi del retropiede (144 articolazioni), ha rilevato che l’uso aggiuntivo di PEMF può aumentare la velocità dell’unione radiografica e la velocità di recupero di queste articolazioni.
È per questo motivo che l’utilizzo di una terapia come la terapia Papimi- Enerpulse ha evidenziato vantaggi terapeutici rispetto al solo intervento chirurgico. È stato valutato un riscontro positivo del 81% contro il 69% dei casi dove non sono state utilizzate le PEMF come trattamento combinato.
Il Campo Elettromagnetico Pulsato è risultato in grado di ridurre il tempo di recupero dalle 14,7 settimane a 8,9 settimane rispetto al gruppo di controllo senza esposizione PEMF. In aggiunta, è stato valutato anche il beneficio clinico per l’utilizzo della terapia Papimi- Enerpulse, utilizzata da sola o in combinazione ad altri trattamenti, nella riparazione di grandi difetti ossei dimostrandone gli effetti positivi.
Ad oggi, tutti gli studi portati avanti in merito all’utilizzo delle Onde Elettromagnetiche pulsate (PEMF) e della terapia Papimi-Enerpulse hanno dimostrato come queste onde possono determinare effetti non invasivi, efficaci e sicuri individuando nuove strategie terapeutiche per la riparazione da fratture ossee.
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