Grande è stato il dibattito tra gli scienziati fino a questo momento, divisi sulla tesi di chi sosteneva che antimateria e materia non potessero convivere nello stesso spazio e nello stesso tempo.
Secondo la teoria del Big Bang il contenuto di materia e antimateria inizialmente presente nell’universo doveva essere identico, ma attualmente, gli scienziati iniziano a sospettare che materia e antimateria possano presentare proprietà leggermente diverse, tra cui quelle legate ai processi di decadimento delle particelle. Con la scoperta del Bosone di Higgs si conferma questo sospetto e, per la prima volta, si ha la possibilità di osservare molto più da vicino i segreti della materia, dove –come in uno specchio – le particelle hanno la stessa massa ma carica opposta.
Il risultato di questa fantastica scoperta è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications e deriva da una collaborazione internazionale alla quale anche l’Italia ha partecipato, grazie al lavoro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Il lavoro si è concentrato sull’esperimento di Asacusa lungo i tubi del CERN all’interno dei quali i ricercatori sparano le antiparticelle. Nel dettaglio, sono stati trovati 80 atomi di anti-idrogeno in un punto del cilindro che è collocato a circa 2 metri e mezzo dalla sorgente, dove le influenze magnetiche sono ridotte al minimo.
La scoperta del Bosone di Higgs ha portato ad una serie di risposte che i fisici di tutto il mondo attendono da anni. La comunità scientifica però non si è fermata e infatti lo studio, già progettato nei minimi dettagli, prevede di creare particelle di antimateria sempre più ricche e stabili.
Già nel 2011 gli scienziati del CERN erano riusciti ad intrappolare particelle di antimateria, ma solo per 16 minuti. Ad oggi una nuova tecnica di congelamento sembra aver risolto ogni problema di stabilità, e alcuni scienziati, sperano che l’antimateria possa diventare una fonte di energia.
Quello che è certo che ad ogni scoperta scientifica corrisponde una nuova domanda e una nuova sfida. Allo stesso tempo ogni domanda che uno scienziato si pone può essere considerata uno stimolo per un collega o un amico che potrebbe determinare un’ulteriore scoperta.
Oggi, come commenta il professore del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Brescia Venturelli “Attorno a noi vediamo soltanto materia, ma non abbiamo mai trovato nemmeno un anti-atomo: dove sia finita l’antimateria è un mistero .
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