Cos’è il sogno?
E’ una delle prime domande che il mondo scientifico si è posto a cui non è ancora riuscito a dare una definizione univoca; infatti possiamo affermare che non esiste una definizione biologica universalmente accettata dei sogni. In generale il sogno è un fenomeno psichico legato al sonno, in particolare alla fase REM, caratterizzato dalla percezione di immagini e suoni riconosciuti come apparentemente reali. Dai diversi studi condotti in merito è stato possibile osservare una forte corrispondenza con la fase REM, in cui l’elettroencefalogramma rileva un’attività cerebrale paragonabile a quella della veglia.
Da sempre è risaputo che i sogni che siamo in grado di ricordare, non avvenuti durante la fase REM, sono a confronto più banali. Un uomo in media sogna complessivamente per sei anni durante la sua vita, circa due ore per ogni notte. Non si conosce ancora l’area del cervello in cui hanno origine i sogni, né sappiamo se abbiano origine in una singola area o se più parti del cervello vi concorrano, né conosciamo la funzione dei sogni per il corpo e la mente.
Ci sono molte ipotesi relative alla funzione dei sogni, durante la notte ci possono essere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte integrante dei sogni, nell’ordine in cui il sonno procede. La mente sveglia l’individuo nel caso si dovesse trovar in pericolo o se qualificato a rispondere a certi suoni.
Ma siamo sicuri che i sogni una volta svegli siano davvero perduti?
E’ proprio questa la domanda che la comunità scientifica si è posta e, a seguito di numerosi studi, possiamo affermare che oggi la scienza è vicina a decifrare ciò che gli esseri umani vedono quando dormono e a far sì che un robot sia in grado di riprodurlo. Negli ultimi anni la ricerca è riuscita a monitorare la risonanza magnetica di alcuni soggetti durante i brevi periodi di sonno, svegliandoli di continuo perché raccontassero cosa avevano appena sognato. In particolare, durante il sonno il cervello dei soggetti veniva scansionato per determinare i diversi percorsi dell’attività celebrale e successivamente un software specifico trasformava i sogni in brevi video.
Da conferma a seguito di un’intervista condotta ai soggetti sottoposti ad uno studio dove bisognava cercare di ricordare il sogno che si era appena effettuato e contestualmente gli scienziati verificavano i video prodotti. I risultati? Almeno il 70% di corrispondenza.
A seguito di questa esperienza si è cominciato a studiare la modalità con cui, un semplice computer, potesse identificare gli oggetti simulando una rete di neuroni. In dettaglio i ricercatori sono stati in grado di costruire un algoritmo che permettesse di catturare le diverse immagini e successivamente, attraverso specifici programmi, sono riusciti a costruire una rete di neuroni artificiali che consentono di creare un’immagine dal rumore visivo casuale. Il risultato è stato che come in un sogno, le immagini incamerate sono state riconfigurate in nuovi schemi.
Nonostante ripetuti studi condotti in campo scientifico e l’aumento della tecnologia, fino ad oggi non è ancora possibile creare una registrazione precisa dei sogni umani. In particolare, la ricerca dovrà prima concentrarsi su definire come nascono i sogni nel cervello prima di cominciare e decifrarli.
Fonte. Le Scienze