Il rilassamento è una abilità che ognuno di noi dovrebbe coltivare soprattutto con l’aumento dei ritmi frenetici, degli impegni di lavoro e familiari. E’ noto che le persone al giorno d’oggi non dedicano sufficiente tempo a se stesse, non hanno il tempo per percepire la stanchezza, per ascoltarsi, e quindi prendersi il tempo per rilassarsi e energizzarsi.
Lo scopo delle tecniche più diffuse di gestione dello stress è quello di influenzare il Sistema Nervoso Vegetativo (respirazione, circolazione sanguigna, sistema metabolico e muscolare), portando il praticante ad acquisire una elevata consapevolezza psico-fisica, tale da permettergli di raggiungere un equilibrio psicosomatico utilizzabile nella vita quotidiana che si manifesti come miglioramento del tono dell’umore, attenuazione degli stati emotivi disturbanti, distensione delle tensioni muscolari e rinforzo del sé e dell’autostima.
Ci sono molte tecniche di rilassamento che si adattano a persone e stili di vita diversi; ognuno può trovare la modalità più consona e funzionale per se stesso: training-autogeno, yoga, mindfulness, rilassamento progressivo di Jacobson, Bioenergetica di Lowen, Auto-Ipnosi.
Con Jacobson si parla di misurazione oggettiva della tensione osservando come l’ampiezza dei riflessi varia in base alla tensione muscolare, maggiore è la tensione e più elevata sarà l’ampiezza del riflesso e minore la latenza, mentre nei soggetti rilassati ci sarà un abbassamento di ampiezza con aumento della latenza.
Secondo Jacobson è possibile giungere ad una misurazione delle funzioni psichiche osservando l’attività muscolare e, il rilassamento progressivo (PMR) da lui proposto, mira ad influenzare anche queste funzioni, infatti, una situazione stressogena genera una risposta che, se prolungata oltre lo stressor, provocherà un’elevata tensione cronica e un’iperattività su tutto il corpo con forte attivazione del sistema nervoso simpatico e costrizione dei vasi sanguigni del tessuto muscolare. Questa tensione muscolare rischia di attivare eccessivamente il sistema nervoso centrale provocando una serie di disturbi. Per impedire che ciò accada è necessario rilassare la muscolatura scheletrica, ridurre l’attivazione del simpatico, dell’ipotalamo e della corteccia cerebrale.
Nel rilassamento progressivo Jacobson avverte di evitare qualsiasi forma di suggestione e di aiutare il paziente ad essere sempre più indipendente dal terapeuta nell’esecuzione degli esercizi. Onde evitare influenze esterne, egli raccomanda di evitare l’utilizzo dell‘EMG biofeedback.
Tale metodica (113) consiste nell’indurre rilassamento mentale partendo dalla distensione
muscolare, ed è suddivisa in 3 fasi distinte:
•1° fase: rilassamento generale. Il soggetto contrae e rilascia tutti i gruppi muscolari (compresi quelli del viso, della lingua, degli occhi, etc.). L’attenzione della persona è focalizzata solo sulle sensazioni fisiche determinate dalla tensione e dal rilassamento dei propri gruppi muscolari, anche in riferimento alle più leggere contrazioni che devono indurre una sempre maggiore consapevolezza.
•2° fase: rilassamento differenziale. La persona impara a rilassare solo alcuni gruppi muscolari, mentre gli altri sono per necessità contratti (soggetto seduto).
•3° fase: il soggetto apprende quali tensioni muscolari si accompagnano alle emozioni portatrici di stress. Ciò lo porta a prevenire e a ridurre tali tensioni muscolari, con una riduzione conseguente degli stati di malessere associati.
Nel dettaglio le sedute indicate da questa tecnica variano dalla durata di 30 minuti ad 1 ora circa, che, a seconda degli scopi a cui si tende e dalle difficoltà da superare, vanno ripetute 3 volte a settimana, per alcune settimane, per mesi o a volte per anni. E’ consigliabile per il soggetto ripetere gli esercizi nei giorni intervallati anche a casa.
Fonte:
•DSM-IV-TR [Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision 2000 American Psychiatric Association
•N. Boille, E. Manetti (2010) La nostra scrittura. Un test per riconoscerci. Edizioni Sovera.
•Cristofanelli (2005) La tua scrittura il tuo carattere.Edizioni Paoline
•M. Pratelli, (1995) Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo motorie. Edizioni Erickson
•P.G. Malesani (2004) Quiete e tempeste dell’essere. Edizioni ReS.
•P. Kendall, M. Di Pietro (1995)Terapia scolastica dell’ansia. Edizioni Erickson
•A.M. Wille, C. Ambrosini (2008) Manuale di terapia psicomotoria. Edizioni Cuzzolin