Il nostro orologio biologico determina anche l’alternanza dei periodi di sonno e di veglia con un intervallo piuttosto regolare e costante all’interno del ritmo circadiano, a meno che intervengano alcuni fattori che dall’esterno possono condizionarne in parte il funzionamento.
Un regolare ciclo di sonno e veglia fa sì che il nostro orologio biologico influisca positivamente sulla produzione ormonale ottenendo una sufficiente condizione di vigilanza diurna e un soddisfacente riposo notturno. Durante il sonno il livello basso di adrenalina e di corticosteroidi, che sono gli ormoni associati alla condizione di veglia, danno la possibilità all’organismo di sfruttare i più elevati livelli di ormone della crescita, prodotto dall’ipofisi nelle ore notturne. l ciclo di sonno e di veglia è regolato da un altro ormone, la melatonina, prodotto dall’epifisi, piccola ghiandola situata nel cervello. La luce, penetrando nell’occhio attraverso i nervi, manda un messaggio all’epifisi che, in base alla quantità di luce in arrivo, blocca o stimola la produzione di melatonina.
Negli ultimi anni è stato manifestato un interesse crescente sul controllo cardiovascolare durante il sonno: è stato stimato infatti che in media circa l’8-10% degli attacchi ischemici avvengono durante il sonno, con particolare prevalenza nelle prime ore del mattino. E’ stato inoltre osservato che molti disturbi del sonno, inclusa l’insonnia e le apnee notturne, risultano associati a disturbi cardiovascolari.
Il sonno è un processo fisiologico che interessa diversi sistemi biologici, da molecole a organi; la sua integrità è essenziale per mantenere un livello di salute e omeostasi nell’uomo. Nonostante in passato il sonno fosse considerato uno stato di quiete, evidenze cliniche e sperimentali hanno dimostrato una continua e considerevole attivazione di differenti sistemi biologici durante la notte. Il sistema nervoso autonomo gioca un ruolo chiave in quanto la sua modulazione regola le funzioni cardiovascolari durante l’inizio del sonno e in differenti fasi successive di sonno.
Perciò anche in questo contesto è cresciuto l’interesse verso l’analisi della Heart Rate Variability che è in grado di rivelare informazioni importanti anche in condizioni patologiche, come disordini neurologici del sonno e disordini respiratori del sonno.
E’ stato osservato, in un recente studio, un incremento dell’attività di regolazione simpatica durante le fasi REM maggiormente visibile con il procedere della notte, e un prevalente controllo vagale durante le fasi Non REM. Anche il segnale respiratorio appare condizionato dalle fasi del sonno, in particolare risulta più profondo e regolare durante le fasi Non REM, mentre assume una tendenza opposta durante quelle REM. Lo stesso studio testimonia inoltre, durante le fasi profonde del sonno, una forte coerenza tra i segnali HRV e respiratorio particolarmente accentuata nella componente HF, a confermare la prevalenza dell’azione modulatoria vagale in questi stadi.
In generale, l’analisi lineare e non lineare dell’HRV è un accurato approccio di valutazione dei cambiamenti della modulazione cardiaca autonoma durante il sonno, sia in condizioni fisiologiche che patologiche.