La medicina estetica rappresenta una nuova branca della medicina, a carattere internistico, il cui scopo è quello di migliorare la qualità della vita di chi vive una situazione di disagio dovuta a inestetismi non accettati. Realizza principalmente programmi di prevenzione dell’invecchiamento generale e, in modo particolare, di quello cutaneo, e si occupa della correzione degli inestetismi di viso e corpo. Tali inestetismi possono essere congeniti oppure acquisiti nel corso degli anni, ad esempio a causa dell’invecchiamento o dello stile di vita.
Oltre all’importante contributo per il trattamento multidisciplinare inestetismi dovuti a traumi fisici, alterazioni estetiche costituzionali, sequele estetiche e psicologiche delle malattie, la Medicina Estetica finalizza il suo intervento al raggiungimento e al mantenimento della salute intesa – come raccomandato dall’OMS – quale “espressione di una condizione di benessere psicologico e fisico e non come assenza di malattia”. La disciplina ha affinato, nel suo iter culturale ultratrentennale, la sua estrazione umanistica ed internistica, presentandosi oggi come una medicina essenzialmente preventiva.
La Medicina Estetica, in qualità di movimento scientifico e medico, nasce nel 1973 in Francia ad opera di Jean Jacques Legrand, un endocrinologo di Parigi. La prima comparsa in Italia invece avvenne due anni dopo, nel 1975, con la fondazione della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) da parte del geriatra romano Carlo Alberto Bartoletti. Attualmente esistono 26 Società Nazionali di Medicina Estetica in altrettanti Paesi, europei ed extraeuropei, che fanno parte dell’Unione Internazionale di Medicina Estetica (UIME) con sede a Parigi. Dall’anno accademico 1990-1991 la SIME ha promosso, con la Fondazione Internazionale Fatebenefratelli (FIF) di Roma, la prima Scuola quadriennale di formazione in Medicina Estetica, riservata ai laureati in Medicina e Chirurgia, che ha visto sino ad oggi la nascita di oltre 1.500 medici italiani e stranieri.
Gli inestetismi e le patologie che più di frequente rientrano nell’ambito della medicina estetica sono:
- acne in fase attiva o cicatriziale, acne rosacea
- adiposità localizzata
- alopecia
- emangioma
- cellulite o panniculopatia edematofibrosclerotica (P.E.F.S.)
- ipermelanosi e ipomelanosi
- iperidrosi e bromidrosi
- ipertricosi e irsutismo
- lipoatrofia
- rughe e solchi come esito di mimica facciale
- rughe e solchi come esito di un generale invecchiamento della pelle
- smagliature
- sovrappeso
- tatuaggi
- teleangectasie e vene reticolari
Parallelamente allo sviluppo negli ultimi trent’anni della medicina estetica, anche la tecnologia dedicata ha compiuto passi in avanti significativi. Le principali apparecchiature ad oggi utilizzate in questo settore sono le seguenti:
- Carbossiterapia: utilizzo di anidride carbonica, per via transcutanea e sottocutanea, per scopi terapeutici.
- Elettroporazione: fenomeno indotto dall’applicazione su di una superficie biologica di un determinato impulso elettrico capace di generare nella membrana cellulare i cosiddetti “elettropori”, ossia canali acquosi che, per un periodo da diversi secondi a 15 minuti, comportano un aumento della permeabilità del tessuto favorendo l’assorbimento transcutaneo di principi attivi solubili in acqua.
- Luce pulsata: generata da un’apparecchiatura elettronica comunemente utilizzata per praticare trattamenti di fotodepilazione e fotoringiovanimento, rappresenta l’evoluzione del laser, con il vantaggio di consentire il trattamento di aree più ampie, con maggiore sicurezza, versatilità e velocità di esecuzione.
- Scrub ad ultrasuoni: lo scrub ad ultrasuoni non fa uso di tecniche abrasive che possono
risultare invasive per lo strato corneo. Il dispositivo si basa su una lamina in acciaio indotta a vibrare a frequenza ultrasonica che determina una esfoliazione selettiva. L’ azione di scrubbing può essere regolata agendo sui parametri del generatore di ultrasuoni, al fine di adattare il trattamento alla tipologia della pelle del soggetto. Ne consegue una metodica indolore, che non provoca gonfiori e/o arrossamenti. Il distretto trattato può essere sottoposto anche nella stessa seduta ad altri interventi, anzi per alcuni di essi lo scrub ad ultrasuoni può rappresentare una fase propedeutica e sinergica. Eccessi di impurità e/o di lipidi epidermici e/o di corneocidi possono determinare un “ostacolo” alle tecniche di veicolazione transdermica o foto-biostimolazione , una preventiva esfoliazione selettiva con scrub ad ultrasuoni è indicata per limitare l’evento indesiderato.